Giotto, Masaccio, Ghirlandaio e Brunelleschi: i tesori della basilica
Santa Maria Novella
La chiesa, appartenente all’ordine domenicano, fu costruita a partire dal 1242 e fu consacrata nel 1420 da papa Martino V.
La facciata, rimasta incompiuta, fu completata a metà del Quattrocento dall’architetto e letterato Leon Battista Alberti che armonizzò il proprio intervento di carattere rinascimentale con la preesistenza romanica.
Numerosi i capolavori custoditi al suo interno, legati all’attività di grandi protagonisti della Storia dell’Arte, come lo struggente Crocifisso dipinto su tavola da Giotto e sospeso al centro della navata principale, o la Trinità di Masaccio, affresco per secoli rimasto nascosto e, una volta riportato alla luce, divenuto uno dei simboli del Rinascimento.
Ispirandosi al Crocifisso giottesco, agli inizi del Quattrocento Filippo Brunelleschi creò la propria versione scultorea dell’estremo sacrificio di Cristo, uno straordinario crocifisso ligneo conservato nella cappella Gondi.
Mirabili gli affreschi di Domenico Ghirlandaio nella cappella Tornabuoni, alla cui realizzazione partecipò anche un giovanissimo Michelangelo, ancora fanciullo ma già pronto a dimostrare le proprie capacità artistiche.
Altrettanto importante la decorazione pittorica della cappella Strozzi, realizzata da Filippino Lippi, tra i più dotati allievi di Sandro Botticelli.
Il percorso di visita comprende anche i chiostri del complesso conventuale splendidamente affrescati e il cappellone degli Spagnoli, decorato da un grandioso ciclo pittorico trecentesco che esalta il ruolo dei Domenicani nella lotta contro l’eresia, per poi concludersi con una sezione espositiva che annovera dipinti, reliquiari e paramenti liturgici.
Il canale ufficiale per la vendita dei biglietti è sul sito ufficiale della Chiesa :
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